Generalità e morfologia:
Il condor, con i suoi tre metri di apertura alare, è il più grande e imponente di tutti i rapaci diurni. Misura 1, 20 m di lunghezza e pesa circa 11 kg. Il suo piumaggio è prevalentemente di colore nero con riflessi metallici. La pelle nuda e rugosa del capo e del collo risulta di colore grigio cenere;la grossa cresta, le caruncole e i bargigli sono rossi;il collare è bianco, così come una parte delle penne delle ali.Distribuzione: Vive sulle alte montagne dell’America del sud, dal Venezuela e dalla Colombia sino all’estremità meridionale del continente. Sulle Ande si trattiene abitualmente nella zona compresa fra i tremila e i cinquemila metri di altitudine. Lungo le spiagge della Patagonia e lungo lo stretto di Magellano, il condor nidifica fra le rocce a strapiombo sul mare, ed anche in Perù visita sovente le coste. Durante il periodo degli amori vive in coppie e nelle altre stagioni dell’anno in stormi di non più di venticinque individui. I gruppi si stabiliscono su creste rocciose assai elevate, facendovi regolarmente ritorno. Quando spicca il volo, si innalza battendo lentamente le ali, che rimangono poi immobili quando l’uccello plana. Allorchè uno dei componenti il gruppo individua la presenza di una preda, si dirige subito verso il suolo, immediatamente seguito dai compagni.
Alimentazione:
Ancora oggi non ci si spiega come i condor possano individuare la presenza di un animale morto anche da una distanza di sessanta chilometri. Probabilmente la spiegazione è da ricercare nella straordinaria acutezza della loro vista e nel fatto che questi rapaci ispezionano continuamente il loro territorio di caccia volando a grandi altezze. Il condor si nutre essenzialmente di grossi animali morti. Sovente segue le mandrie e i branchi di ruminanti selvatici che pascolano nella prateria, per piombare prontamente sugli individui accasciati dalla fatica o da qualche malattia. Quando non riesce a trovare i cadaveri, attacca vitellini, agnelli e persino cavalli gravemente feriti;becca i margini delle loro ferite per penetrare nella cavità toracica e ucciderli. Nel periodo in cui pecore e capre si riproducono, ne insidia continuamente i piccoli. In riva al mare, si nutre delle carcasse dei grossi mammiferi marini gettate sulla spiaggia dalle maree. Evita sempre i centri abitati, e gli indios concordano nel considerarlo innocuo per all’uomo. Si riproduce nei periodi che corrispondono al nostro inverno e primavera.
Riproduzione:
E’ un uccello monogamo. L’accoppiamento viene preceduto da singolari esibizioni amorose, durante le quali il maschio allarga le ali a intervalli di tempo più o meno lunghi, protrae il collo, lo rigonfia leggermente e lo ripiega verso il basso, in modo da arrivare a sfiorare l’inguine con il becco;contemporaneamente fa udire un caratteristico mormorio, prodotto dal tremito della lingua. In seguito, gira lentamente su se stesso, saltella con eleganza e fa tremare l ali. Nel frattempo la femmina gli si avvicina, accarezzandolo con il capo e con il becco. Il nido è sempre posto sulla sommità di rocce inaccessibili. La femmina depone in genere due uova, lucide e bianche, direttamente sulla roccia. I piccoli nascono coperti di un piumino grigiastro;si sviluppano lentamente, restano a lungo nel nido e vengono nutriti dai genitori finché non hanno appreso a volare, cioè un anno circa. Per tutto questo tempo, gli adulti difendono coraggiosamente la prole dagli avversari, compreso l’uomo. In alcune regioni dell’America meridionale si caccia tuttora il condor, per il piacere della caccia e per le penne.