Il Colubro leopardino, facente parte della famiglia dei Colubridae è un serpente già conosciuto all’epoca della Magna Grecia, dove veniva considerato sacro e quindi venerato, all’interno dei santuari dedicati ad Esculapio.
Il maschio può arrivare ad una lunghezza di 100 cm, mentre le femmine sono un po’ più grandi, arrivando anche a 120 cm. E’ molto agile e slanciato e presenta una colorazione e un disegno sul corpo inconfondibile; il capo è stretto con occhi rotondi di colore arancione, presenta una fila di macchie irregolari marroni e rosse su tutto il corpo, bordate di nero su una base chiara di colore beige e una fila di macchie più scure sui fianchi.
Il Colubro leopardino risiede stabilmente in Italia, Grecia, Turchia, Bulgaria, Macedonia, Albania. Monte Negro, Bosnia ed Erzegovina, Croazia e Malta. Nel nostro Paese è possibile avvistarlo maggiormente nel Salento, in Basilicata, Calabria e Sicilia.
Il suo habitat naturale è formato da campagne incolte e soleggiate, muretti, tra le cataste di legno, prati, radure e qualche volta è possibile avvistarlo anche all’interno delle paludi. Non supera mai i 600 metri di altitudine.
È un esemplare che vive maggiormente di giorno, è molto agile ed è un perfetto e veloce nuotatore.
Non è velenoso né mordace, in caso di pericolo la sua unica scappatoia è la fuga, attacca raramente. Molto spesso viene ucciso perché scambiato con la vipera, anche se presenta una colorazione completamente diversa.
Questa specie si nutre principalmente di topi di campagna, piccoli mammiferi e lucertole, la sua tecnica di caccia consiste nel soffocare le vittime tra le sue spore e nutrirsene una volta morte.
Tra aprile e maggio inizia il periodo dell’accoppiamento per il Colubro leopardino; dopo circa un mese, la femmina deporrà circa 5 uova, le quali si schiuderanno tra agosto e settembre (di solito dopo 60 giorni circa).
Una volta nati, i piccoli saranno già lunghi circa 30 cm, non necessitano dell’aiuto della madre per la sopravvivenza in quanto risultano essere già autonomi.
Il colubro leopardino, a causa della distruzione del suo habitat e dall’ignoranza dell’uomo, è stato inserito da poco nella Convenzione di Berna, come specie a rischio estinzione. Il numero degli esemplari del Colubro leopardino sta sempre più diminuendo, in alcune zone d’Italia non è addirittura più presente.