Generalità e morfologia:
Lo sgombro o lacerto è il rappresentante più noto della famiglia. Lungo una quarantina di centimetri, ha corpo slanciato, coperto di squame sottili e piccolissime, nascoste sotto la pelle. Il dorso blu-verde ha riflessi metallici ed è ornato di striature trasversali nere, mentre ventre e fianchi sono madreperlacei. Non possiede vescica natatoria, ciò che gli permette di nuotare facilmente in profondità. La sua area di diffusione comprende le regioni temperate dell’Atlantico, dall’Islanda alle Canarie, il Mediterraneo ed il mar Nero.
E’ un migratore. Sverna negli abissi, nei dintorni delle isole britanniche, e risale in superficie in primavera per formare banchi imponenti che si avvicinano alle coste. Le femmine depongono, a largo, sino a cinquecentomila minuscole uova. I piccoli nascono dopo alcuni giorni, di una lunghezza di soli tre millimetri, e crescono rapidamente. Raggiungono lo stato adulto e la maturità sessuale, all’età di due o tre anni.
Gli sgombri occupano un posto di primo piano nell’economia umana, fin dai tempi più antichi le popolazioni costiere si dedicano alla loro pesca. Attualmente il pescato annuo è di circa centoventimila tonnellate, di cui gran parte è destinata all’indutria conserviera. Il genere affine si distingue principalmente per una vescica natatoria. In Europa è rappresentato dal lanzardo, che possiede squame ed occhi più grossi dello sgombro comune. Meno consumato è comunque molto pescato nel Mediterraneo. L’oceano Pacifico è abitato da altre due specie affini, la cui abbondanza ne giustifica una pesca a carattere industriale. Si tratta dello sgombro del Perù ed in particolare dello sgombro giapponese, che è l’equivalente dello sgombro europeo, ma gioca un ruolo economico più importante.