Generalità e morfologia:
Il Panda minore, chiamato anche Panda rosso per l’inconfondibile colore fulvo del suo mantello, sfugge ad una categorizzazione molto netta e nonostante oggi sia considerato l’unica specie della famiglia Ailuridae, per lungo tempo si è stati incerti se includerlo nel gruppo dei Procioni o degli Ursidi, famiglie con le quali presenta notevoli affinità. Questo piccolo mammiferi.php">mammifero carnivoro non raggiunge che i 6 kg di peso e presenta una coda molto lunga con quale riesce ad arrampicarsi agevolmente. Habitat: L’animale è diffuso esclusivamente sull’Himalaya nelle regioni del Nepal, Birmania, Bhutan e Cina ad altezze comprese tra i 2000 ed i 5000 metri. Preferisce in particolare le foreste di bambù, alimento principale della sua dieta, ed un clima temperato.
Vita sociale e comportamento:
La specie trascorre una vita in totale solitudine ed autonomia: può capitare di osservare più di due esemplari nello stesso territorio solo nel periodo dell’accoppiamento o laddove vi è una maggiore concentrazione di cibo. Le abitudini del Panda minore sono principalmente diurne, esso si arrampica e salta con grande velocità tra i rami al fine di trovare quanti più frutti e foglie di cui cibarsi ed all’approssimarsi della notte provvede a trovare un albero tranquillo e riparato sul quale allestire un giaciglio presso il quale riposare.
Corteggiamento e riproduzione:
Nel periodo degli amore i maschi di Panda minore segnalano la loro disponibilità all’accoppiamento “marcando” il territorio con urina e sostanze odorose secrete dal corpo. L’accoppiamento avviene quasi sempre nel periodo invernale e la gestazione dura circa quattro mesi. In questa fase la femmina prepara con cura un nido riparato e reso comodo da piccoli rami ed erba e qui aspetterà l’arrivo dei cuccioli. Per tutti i primi giorni di vita quest’ultimi saranno accuditi molto amorevolmente, in seguito la mamma cercherà di avviarli ad una vita autonoma lasciando ad intervalli sempre più lunghi il nido e tornando solo il tempo necessario per “riassettarlo”. Con il passare del tempo il rapporto mamma-figlio si allenterà sempre più fino a quando non vi saranno addirittura manifestazioni d’insofferenza molto aggressive che porteranno allo smembramento della famiglia.