La Balena franca boreale (o balena nera o balena glaciale) è un cetaceo facente parte della famiglia dei Balaenidae. Questo esemplare come la Balena della Groenlandia fanno parte di quegli esemplari considerati “balene vere” o “balene giuste per essere cacciate”; furono definite così dai balenieri che le consideravano le prede ideali data la grossa quantità di grasso presente in questi mammiferi. Questa specie è lunga circa 17 metri, pesa circa 100 tonnellate e presenta un corpo molto tozzo e massiccio. Il capo è molto grande, non presenta la pinna dorsale, ha una coda molto larga e le pinne pettorali sono corte e larghe. Il corpo di questa balena è di colore grigio molto scuro, quasi nero, presenta alcune macchie bianche sul ventre e le callosità di queste balene appaiono bianche non per la colorazione, ma per la grossa quantità di colonie di pidocchi che vivono sulla loro pelle.
La Balena franca boreale, come la cugina della Groenlandia possiede all’interno della bocca una grossa mascella ricoperta da fanoni molto lunghi, circa 4.5 metri, con i quali cattura i piccoli organismi di cui si nutre, solitamente da piccoli crostacei del plancton. Questa balena è un esemplare migratorio, in inverno si sposta in zone temperate e tropicali, dove risiede e si riproduce, mentre in estate si sposta verso zone più fresche e ricche di cibo. Durante lo spostamento, nuota in maniera molto lenta, dato anche il grosso peso, la coda emerge per pochi secondi, solo durante l’immersione sott’acqua.
Come accennato prima, durante i mesi invernali avviene il periodo dell’accoppiamento, successivamente in estate questo esemplare si sposta in acque fresche per fare un grosso rifornimento di cibo in modo da affrontare il parto e successivamente dopo circa 10 mesi, partorirà il piccolo in acque calde. Una volta nata, la balenottera sarà già lunga circa 6 metri. A causa della massiccia caccia che ha subito questo esemplare, le entità ancora presenti di Balena franca boreale sono molto bassi, è in forte rischio estinzione. Per via dell’abolizione della caccia in alcune zone, negli ultimi anni si è osservata una lieve ripresa nei mari del sud. Nel Mar Mediterraneo, nel 1877 a Taranto ci fu un caso molto famoso in cui questo animale purtroppo si arenò sulla spiaggia, non riuscendo più a tornare in acqua. Il suo scheletro è tuttora conservato nel museo di Napoli.