Vengono chiamate zanzare tutte le specie di Ditteri appartenenti alla famiglia Culicidae, una famiglia davvero vasta che conta più di 3540 specie, tutte caratterizzate da un apparato boccale che nelle femmine consente di pungere gli animali e l’uomo per prelevarne sangue. L’abitudine ematofaga dei Culicidae è da ricondursi alla necessità di procurarsi sostanze altamente proteiche per completare la maturazione delle uova.
In tutta la famiglia troviamo molte specie che possono pungere l’uomo e gli animali domestici, ciò la rende una famiglia di particolare interesse sanitario in quanto con all’azione trofica può essere associata la trasmissione di agenti patogeni. Le zanzare vengono così incluse nel gruppo di insetti che potenzialmente possono trasmettere malattie noto come Insetti vettori.
Le zanzare hanno un corpo esile con zampe e antenne fini, le dimensioni variano dai 9 ai 15mm, la colorazione è grigia, può assumere delle tonalità scure o bianche, ma comunque sempre poco appariscente.
Il dimorfismo sessuale della specie è relativo alle antenne, le quali nei maschi hanno una densità ed una lunghezza maggiore delle setole, e all’apparato boccale, di tipo pungente-succhiante, mentre nei maschi è solo succhiante.
Ciclo biologico
Le zanzare, in base a quante generazioni danno vita nel corso dell’anno possono avere u ciclo biologico definito univoltino, ovvero con una sola generazione l’anno, o multivoltino, quando nel corso di un anno si succedono più generazioni. Alle nostre latitudini la zanzara comune Culex pipiens, genera 15 generazioni, mentre nelle zone tropicali si assiste ad un continuo susseguirsi di generazioni. Al di fuori delle zone tropicali, il ciclo vitale delle zanzare segue il cambiamento stagionale con la conseguente necessità di dover svernare nel periodo invernale; alcune specie svernano allo stadio di uovo, alcune allo stadio di larva e come nel caso della zanzara comune allo stadio di adulto.
La deposizione delle uova nella famiglia dei Culicidae è sempre legata alla presenza dell’acqua, in alcune specie anche non è necessario che le uova si mantengano sempre umide, possono resistere in ambiente secco anche per 2-3 anni, nel momento in cui vengono a contatto con l’acqua si avvia il processo di embriogenesi e da questo momento in poi hanno bisogno dell’acqua fino alla schiusa.
Per questo motivo alcune specie di zanzare non depongono sul pelo dell’acqua ma sulla vegetazione appena sopra la sua superficie, così che le uova saranno sommerse solo in momenti di abbondanza di acqua e ridurre il rischio di essiccarsi a metà dello sviluppo.
Altre specie, come la zanzara comune Culex pipiens, depone le uova direttamente sul pelo dell’acqua, altre invece depongono, volando senza nemmeno posarsi. Le uova possono essere deposte singolarmente o a gruppi, in alcuni casi i gruppi di uova possono essere muniti o meno di un apparato galleggiante. Il numero di uova deposte varia da alcune decine a centinaia, nel caso di Culex pipiens il numero di uva deposte può arrivare anche a 500 dopo il pasto di sangue.
Al termine dello sviluppo embrionale, dalle uova si schiudono delle larve che attraverseranno quattro stadi prima di impuparsi; tutto lo sviluppo larvale e lo stadio di pupa avviene in acqua. Le larve di Culicidae, non sono acquatiche essendo prive di branchie, respirano attraverso l’assunzione di ossigeno dagli stigmi addominali oppure in alcune specie perforando i tessuti di piante acquatiche per raggiungere il parenchima aerifero sottostante contenente ossigeno. Alcune specie come la zanzara comune portano un sifone all’apice dell’addome che tengono sempre a contatto con la superficie, per questo motivo in acqua assumono una posizione verticale capovolta. Altre specie invece respirano attraverso gli stigmi addominali e ciò le porta ad assumere in acqua una posizione orizzontale così da avere il dorso a contatto con la superficie.
Il tempo necessario per arrivare alla fase adulta è strettamente correlato con il clima ed in modo particolare la temperatura, in estate ad esempio bastano solo pochi giorni per completare lo sviluppo e far emergere gli adulti. I maschi sfarfallano 24 ore prima rispetto alle femmine, i primi giorni di vita entrambi per entrambi i sessi sono caratterizzati da un’alimentazione ricca di sostanze zuccherine, che forniranno all’insetto l’energia necessaria per supportare l’attività di volo.
I maschi adulti vivono per circa 10-15 giorni, mentre le femmine circa un mese nei periodi più caldi e 4-5 mesi se appartengono alla generazione svernante.
Alimentazione
Le zanzare sono degli insetti glicifagi, ovvero si nutrono prevalentemente di liquidi e sostanze zuccherine come nettare, melata e linfa. La necessità di alcune specie di nutrirsi di sangue di animali vertebrati, è strettamente connessa con l’esigenza delle femmine di un adeguato apporto proteico per completare la maturazione delle uova.
Le zanzare posso pungere e succhiare sangue dai seguenti animali: mammiferi, uccelli, rettili e anfibi, rintracciano gli ospiti per via chemiotropica, ovvero utilizzando dei recettori chimici per individuare i segnali emessi dagli ospiti.
Per quanto riguarda l’uomo, gli indicatori chimici principali che permettono alle zanzare di individuarlo sono oltre alla temperatura corporea, l’acido lattico emesso dall’attività muscolare e l’anidride carbonica emessa con la respirazione insieme al vapore acqueo.
Una volta raggiunto l’ospite la zanzara cerca la posizione migliore per pungere sondando la superficie con il suo apparato boccale altamente specializzato per penetrare l’epidermide, raggiungere un capillare e succhiarne il sangue.
Prima di iniziare la suzione del sangue la zanzara immette nell’ospite una saliva ricca di principi anticoagulanti, anestetizzanti e rubefacenti, così da stimolare l’afflusso sanguigno nell’area. La immissione di saliva ha così lo scopo di massimizzare e velocizzare l’atto di suzione così da portarlo a termine prima che l’ospite possa reagire.
Habitat
Le fasi giovanili sono strettamente legate all’acqua, di conseguenza si rinvengono in modo particolare in prossimità di acque stagnanti di varia estensione; dalle piccole raccolte di acqua piovana che si creano sui tronchi o nelle porzioni vegetative dei grandi alberi, alle pozze stagionali, stagni, alle anse che si formano sulle rive dei corsi d’acqua.
Nelle aree antropizzate le zanzare si sono adattate sfruttando ogni sorta di ristagno idrico che compare tra i manufatti, e la rete fognaria urbana.