Il tarlo, che porta il nome scientifico di Anobium punctatum, è da tutti conosciuto come l’animaletto del legno e questa sua predilezione per quest’ultimo, che lo porta non solo a nutrirsene ma anche a costruire l’habitat all’interno, lo ha reso un animale tanto famoso quanto universalmente considerato fastidioso.
Si può trovare nei mobili antichi o semplicemente in legno puro; nelle case, i rumori che tanto spaventano i bambini di notte (a parte lo scricchiolare dei mobili dovuto al freddo) che somiglia molto a quello di qualcuno che bussa, è in realtà legato al tarlo che sbatte la testa contro le pareti di legno durante la stagione degli accoppiamenti.
Anche se non sembrerebbe per via delle ridotte dimensioni, appartiene all’ordine dei coleotteri (ce ne accorgiamo se lo osserviamo mentre vola).
La deposizione delle uova avviene ugualmente nei piccoli fori del legno, solitamente dove durante la stagione fredda il tarlo si era appartato.
Le femmine depongono fino a 70 uova, ed è perciò importante, se deposte in appartamento, scoprirle prima che nascano moltissimi tarli che si diffonderebbero inevitabilmente per tutta l’abitazione.
Le piccole larve si nutrono di amido, o alternativamente di cellulosa, e solo una volta raggiunta l’età più matura (o in primavera o in autunno, a seconda del periodo di deposizione “scelto” dalla femmina che le ha generate) iniziano ad avviare il cosiddetto sfarfallamento, ad uscire e manifestarsi. Per questa ragione gli abitanti delle case spesso si rendono conto della loro presenza solo una volta raggiunta l’età matura, ma sarebbe bene accorgersene prima per evitare il proliferare degli insetti.
I piccoli tarli hanno sembianze scarabeidiformi che cambiano radicalmente con il passare del tempo. Se si sta cercando una soluzione per far sparire i tarli dalla propria casa, bisogna fare attenzione a non scambiarli con i tarli della farina, che hanno altre origini ed altri “interessi”.