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L’ape operaia

Le larve di ape operaia nascono da uova fecondate deposte dalla
regina in celle esagonali orizzontali, leggermente inclinate verso
l’alto. La nascita avviene dopo 3 giorni e da questo momento la
larva viene curata dalle operaie che, durante il suo sviluppo, la visitano da 1.000 a 2.000 volte somministrandole cibo dalle 100 alle 200 volte.

I primi 3 giorni viene somministrata pappa reale, dal 4° al 6° giorno dalla nascita il nutrimento consiste in una miscela di acqua, miele e polline. Al 7° giorno dalla nascita avviene l’opercolatura della cella.
Solo alla futura regina, come vedremo, viene somministrata pappa reale per tutto lo sviluppo larvale e non solo. L’ape regina viene infatti alimentata per tutta la vita con pappa reale.

Lo sviluppo dell’ape

Le uova deposte dalla regina nelle celle del favo originano larve che, attraverso una serie di mute, crescono e si sviluppano all’interno delle celle, nutrite dale operaie. L’insieme delle larve nei vari stadi di sviluppo è detto covata. La cella a un certo punto viene opercolata, cioè chiusa, con un “tappo” di cera.

All’inteno della cella opercolata la larva, terminata la crescita, comincia
a filare un bozzolo, si immobilizza ed entra nello stadio di ninfa (pupa o crisalide) iniziando la metamorfosi.
Dopo circa 7 giorni l’insetto rosicchia l’opercolo di cera ed esce dalla cella (sfarfallamento) pronto a svolgere il suo ruolo nella comunità.

Anche una larva da operaia può diventare regina, in caso di necessità, se la somministrazione di pappa reale prosegue per tutto lo sviluppo.

Durante la crescita la larva subisce 5 mute. Avvenuta l’ultima muta, dopo l’opercolatura, la larva fila un bozzolo di seta in cui si avvolge immobilizzandosi e si trasforma in pupa iniziando la metamorfosi.
A distanza di 3 settimane dalla deposizione dell’uovo la giovane ape si muove, ed esce dalla cella.

Appena nata, l’operaia è biancastra e malferma sulle gambe, ma a poco a poco i suoi tegumenti acquistano colore e si induriscono. A questo punto l’ape operaia è pronta a occuparsi di tutti i suoi svariati compiti.

Ogni operaia svolge in successione ciascuna delle varie mansioni necessarie alla famiglia, che possono cosi essere riassunte:

  • Pulizia delle celle
  • Nutrizione delle larve e costruzione dei favi
  • Costruzione dei favi, ricezione del nettare, immagazzinamento del polline, pulizia delle celle, pulizia dell’alveare, vigilanza
  • Attività di raccolta

Come si può capire nei primi giorni di vita la giovane ape non esce in volo, ma si occupa solo delle faccende interne al nido. Solo dopo il 20° giorno inizia
per l’operaia quel periodo della sua vita che la vede protagonista sui fiori a bottinare.

La divisione del lavoro tuttavia non è sempre cosi rigida; è possibile che, per necessità, delle bottinatrici ridivengano nutrici, come, al contrario, delle giovani api possono affrettatamente divenire bottinatrici.

L’ape operaia vive, durante la primavera-estate, solo 30-40 giorni ciò perché l’attività frenetica di deposizione della regina permette un ampio ricambio di api rendendo inutile che la loro vita si protragga oltre il 40° giorno.

Al contrario, le api nate in autunno sopravvivono fino alla primavera successiva poiché, durante l’inverno, la regina cessa la deposizione ed è pertanto necessario che le api arrivino in vita fino alla primavera per l’allevamento della covata conseguente alla ripresa di attività della regina.