Generalità e morfologia
L’ordine degli Imenotteri comprende circa 100.000 specie, il nome deriva dalla conformazione delle due paia di ali trasparenti e membranose, da qui il nome dell’ordine (Hymen = membrana). Le dimensioni sono molto variabili; sono comprese tra pochi decimi di mm a 40-60mm.
Gli Imenotteri formano due sottordini: i Sinfiti (Symphyta) nei quali l’addome è largaente collegato al torace e gli Apocriti (Apocrita) in cui l’addome è legato al torace tramite un esile peduncolo, detto peziolo.
La maggior parte possiede un corpo allungato e un capo separato. Molte specie assumono tonalità scure che variano dal bruno al nero, al contrario alcune specie possono presentare colori appariscenti, la livrea spesso è composta da fasce alternate gialle e nere. L’apparato boccale può essere di tipo lambente-succhiante, masticatore -lambente, e nelle specie più primitive è di tipo masticatore, le mandibole, caratteristiche di quest’ultimo apparato talora sono ridotte e svolgono funzioni di manipolazione di materiali e costruzione nidi.
Gli occhi sono composti e gli ommatidi che li compongono sono ben riconoscibili. Le antenne sono lunghe e sottili, solo occasionalmente sono brevi e ispessite, oppure piegate a gomito.
La conformazione delle antenne può essere differente nei due sessi; ad esempio nei Sinfiti questi organi sono più lunghi negli esemplari maschi che non nelle femmine.Generalmente sono provvisti di quattro ali membranose in cui quelle del primo paio sono più sviluppate rispetto a quelle del secondo paio, in alcune specie le ali sono ridotte o mancano; come nel caso delle formiche operaie. Il corpo degli Imenotteri è ricoperto da numerosi peli esili, di solito sono trasparenti, ma in alcune specie presentano riflessi bluastri.
Il torace presenta un particolare sviluppo della parte mesotoracica che viene ad essere predominante. Le zampe sono ben sviluppate, i tarsi sono formati da cinque articoli e terminano con unghie di forma diversa. L’arto posteriore delle api è dotato di un organo denominato “cestello” utilizzato per la raccolta del polline. L’addome è formato da dieci segmenti e può essere sessile (sottordine Sinfiti) o peduncolato (sottordine Apòcriti) quando i due primi segmenti sono più stretti del torace. Le femmine dei Sinfiti presentano generalmente un ovopositore ben sviluppato (terebra) che può essere modificato in pungiglione (aculeo) nel caso degli Apocriti; in questo caso l’ovopositore che ha perso la primaria funzione, assume la funzione di difesa/offesa.
La riproduzione e gli stadi larvali
La riproduzione avviene per anfigonia, ma in diversi gruppi avviene anche per partenogenesi. Gli imenotteri sono ovipari; lo sviluppo è di tipo olometabolo, e a volte ipermetabolo. Le larve possono avere tre paia di veri arti e un numero variabile di false zampe addominali (simili a quelle dei bruchi dei lepidotteri), oppure sono apode. In numerosi casi hanno una dieta vegetariana e si nutrono in particolare di foglie, molte altre sono carnivore. In alcuni casi le femmine narcotizzano con le loro punture le larve di altri insetti e li portano nel nido, raggiunta una certa quantità le femmine vi depongono le uova nel corpo delle prede, facendo in modo che la prole abbia abbondanti scorte di cibo.
Altre specie depongono le uova direttamente sul corpo di un ospite oppure al suo interno, facendo sì che le larve si nutrano lentamente del corpo della vittima, la ninfosi in questo caso avviene sulla superficie del corpo dell’ospite depredato. Gli stadi larvali di alcuni Imenotteri non sanno nutrirsi da soli e quindi devono essere accuditi da adulti della stessa specie, come nel caso delle api e vespe.
Nei Sinfiti le larve sono simili ai bruchi dei Lepidotteri; hanno il capo ben sviluppato e sono polipode. Le pseudozampe iniziano dal secondo segmento addominale, a differenza di quelle dei lepidotteri che partono dal terzo urite o dai successivi.
Negli Apocriti le larve sono apode e hanno un corpo generalmente ridotto. Le pupe sono exarate e spesso protette da un bozzolo lasso. Il regime alimentare è molto vasto e dipende oltre che dalla specie, anche dallo stadio dello sviluppo. La maggior parte delle specie ha abitudini solitarie, tuttavia molte vivono in società che possono avere durata annuale (vespe) o poliennale (api e formiche).