Prisma (acronimo di PRecursore IperSpettrale della Missione Applicativa), è il satellite più avanzato finora costruito per l’osservazione del nostro pianeta: un progetto tutto italiano, nato da una collaborazione tra più imprese.
Un viaggio alla scoperta della salute del pianeta
Il lancio è avvenuto con successo durante la notte del 22 marzo 2019, dalla base spaziale europea di Kourou, in Guyana francese (America del Sud), a bordo del razzo Vega.
La scelta della Guyana francese come luogo di lancio non è stata casuale: la base spaziale di Kourou, si trova molto vicina all’equatore e, proprio per questo, sfrutta l’energia associata alla rotazione della Terra per imprimere una velocità aggiuntiva al lancio, consentendo di risparmiare il 20% di propellente (sostanza chimica allo stato liquido che viene usata per la propulsione di un razzo).
Circa due ore dopo la partenza, Prisma aveva già mandato il primo segnale, prontamente acquisito dalla sala controllo del Centro Spaziale del Fucino, il più grande teleporto al mondo per usi civili utilizzato per il controllo dei satelliti artificiali, per le telecomunicazioni e per i servizi di rete hosting, televisivi e multimediali.
Il satellite sarà, in pratica, un laboratorio chimico orbitante capace di individuare le sostanze presenti sul suolo o nelle acque.
Prisma sarà in grado di scattare fino a 223 immagini al giorno, in quanto quotidianamente farà 16 volte il giro del mondo, concentrandosi principalmente su Europa ed Italia, che sorvolerà in soli 4 minuti, fotografando una striscia di territorio larga 30 km: combinando le immagini delle sue diverse fotocamere con un algoritmo, potrà fornire immagini finali della risoluzione di 5 metri.
La missione di Prisma sarà quella di testare un dimostratore tecnologico dotato di strumenti ottici per il monitoraggio delle risorse naturali e delle caratteristiche dell’atmosfera, in grado di monitorare i fenomeni geologici che avvengono in Italia, lo stato delle risorse naturali, la qualità dell’aria ed i livelli di inquinamento.
Nello specifico i principali benefici attesi, sono i seguenti: controllo delle foreste (incendi, mappature, classificazioni, analisi della biomassa); aiuto nell’agricoltura (mappatura delle colture, rotazione delle colture, concimazione); controllo acque interne e costiere (qualità dell’acqua, monitoraggio della clorofilla, fioritura di alghe); osservazione cambiamenti climatici e ricerca ambientale (desertificazione, deforestazione, stress della vegetazione, degrado ambientale e rischi); esplorazione ed estrazione delle materie prime, degrado del suolo e sue proprietà.
L’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) ha dedicato alla missione il sito “Prisma.it”, con il quale sarà possibile restare costantemente aggiornati sugli sviluppi della missione e dove sarà possibile visualizzare le prime foto scattate da Prisma stesso.