Molte specie di insetti e invertebrati sono considerati in giro per il mondo, come in Tailandia per esempio, delle vere e proprie leccornie, a differenza dei paesi occidentali dove sono davvero pochi i luoghi in cui gli insetti sono considerati cibo.
Naturalmente, gli insetti consumati nei paesi orientali sono in tutto e per tutto cibo ben commestibile, il fatto che non siano presenti sulla nostra tavola è dovuto solo ad abitudini culturali, dalle nostre parti penserete, abbiamo smesso di mangiare insetti da un bel po’ di tempo.
Ma adesso nel ventunesimo secolo, in un mondo dominato della globalizzazione economica, dove i confini interculturali si fanno sempre più sottili, diventiamo inevitabilmente anche più permeabili alle altre culture, religioni, tradizioni e inevitabilmente agli alimenti.
Così da qualche anno la comunità internazionale sta valutando la possibilità di reintrodurre insetti ed invertebrati nelle cucine dei paesi occidentali come fonte proteica alternativa a quella offerta dall’industria dell’allevamento zootecnico intensivo.
Ma per quale motivo dobbiamo iniziare a mangiare qualcosa di nuovo?
Un mondo affamato potrebbe essere molto vicino se tutti noi continuiamo ad odiare gli insetti, non a caso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione sta studiando le migliori vie per introdurre gli insetti nella filiera dell’allevamento animale come integrazione alimentare di bovini, suini e ovini.
L’incremento della popolazione mondiale e la conseguente crescita della domanda dei consumi costringerà sempre più a destinare le produzioni di biomasse verso il settore zootecnico, entrando in concorrenza con la necessità di produrre biomasse per l’alimentazione umana e quello energetico.
La produzione di insetti per il consumo umano o per quello zootecnico presenta numerosi vantaggi:
- In primo luogo il processo di conversione metabolico degli insetti è molto efficiente, riescono a trasformare l’alimento in peso corporeo con un alto indice di conversione.
- Possono essere allevati utilizzando fonti alimentari che non sono in competizione con l’alimentazione umana, come ad esempio scarti vegetali dell’industria alimentare.
- L’allevamento degli insetti ha un bassissimo impatto ambientale come emissioni di gas serra e ammoniaca se paragonato a quello degli allevamenti tradizionali di bovini, suini e ovini.
- Richiede uno spazio di allevamento ridotto
- Un basso consumo idrico
- Fenomeno recente: l’allevamento di insetti ha un rischio pressoché nullo per le trasmissioni di zoonosi, ovvero quelle malattie infettive che passano dagli animali all’uomo. Incentivate da allevamenti intensivi tradizionali dove gli animali sono allevati ad alte densità.