Nonostante tutte le specie di pinguini appartengano all’ordine degli Sfeniscidi e alla famiglia degli uccelli e posseggano un paio di ali, non sono in grado di volare.
Questo perché i pinguini hanno, con il tempo, trasformato le loro ali in piccole “pinne”, molto più efficaci per nuotare. Oltre a questo, anche il loro apparato scheletrico si è modificato per agevolare la vita in acqua: anziché avere ossa cave, come gli altri uccelli, hanno ossa più dense e pesanti, che li aiutano a tuffarsi e a compiere le loro immersioni.
A primo impatto non è facile capire perché questi simpatici animali abbiano deciso di “sacrificare” la loro capacità di volare, visto che offre molti vantaggi a chi la possiede, primo fra tutti quello di ridurre notevolmente la mortalità da attacchi da predatori. Se è vero infatti che volare richiede molte energie e potrebbe essere un limite critico soprattutto in ambienti in cui le risorse sono limitate, questo costituisce l’adattamento che, più di tutti, ha ridotto nei vertebrati il rischio di morte.
D’altro canto, per questi uccelli marini che si nutrono di pesce e sfruttano le correnti acquatiche per spostarsi più velocemente, sapersi muovere agilmente nel mare è senza dubbio un bel vantaggio.
Se in passato, in un’isola deserta e in mancanza di predatori, alcune specie di uccelli hanno potuto permettersi di passare tutta la loro vita a terra, non è possibile pensare che sia successa la stessa cosa anche tra gli uccelli marini che, spesso, sono costretti a cacciare in acque frequentate da foche, cetacei e squali.
Un gruppo di ricercatori dell’Università del Manitoba (Canada) ha cercato di fornire basi scientifiche che potessero spiegare “la scelta” dei pinguini, misurando i costi energetici del volo e dell’immersione in due specie di uccelli marini ancora in grado di volare, che nelle immersioni sfruttano rispettivamente la propulsione alare e la spinta delle zampe.
Le ricerche hanno dato risultati sorprendenti: i costi energetici del volo sono, in entrambe le specie analizzate, i più alti mai registrati per un vertebrato.
Sembra quindi che, nel corso della loro evoluzione, i pinguini siano riusciti ad aumentare notevolmente le loro capacità di procurarsi il cibo a profondità sempre maggiori, attraverso la riduzione dell’apertura alare, l’allargamento delle ossa dell’ala e l’aumento della massa corporea.
Ma non è tutto! Questi uccelli marini possono muoversi nelle profondità in tre diversi modi: nuoto in superficie, volo subacqueo e nuoto a focena.
Questo, ovviamente, ha portato i pinguini ad una progressiva inefficienza di volo, fino alla perdita completa di questa capacità.