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L’intensità della colorazione rossa delle coccinelle è strettamente correlato al loro stato di salute

CoccinellaUna ricerca condotta dalla Università di Exeter ha dimostrato come le differenze che intercorrono tra i segnali di avvertimento degli animali, siano relazionabili al grado di velenosità ( nei confronti del predatore) del singolo esemplare.

L’articolo, pubblicato nel Functional Ecology, mostra che le coccinelle dall’intenso colore rosso sono in realtà più velenose rispetto ai loro coetanei più chiari. Questa variazione, secondo i dati raccolti, è direttamente collegata alla dieta e ai cibi assunti dagli animali durante i primi anni di vita. Grazie ad una migliore nutrizione, infatti, le coccinelle possono essere più o meno visibili e più o meno esposte a pericolo.

Per lungo tempo gli ecologisti hanno ipotizzato che non vi fossero differenze sostanziali tra i segnali “premonitori” di animali della stessa specie. Recentemente, invece, gli scienziati hanno identificato numerose variazione tra i segnali di allarme dei vari esemplari, ma non si era mai capito se queste differenze fossero davvero significaive né tantomeno se fossero legate ai livelli di tossicità presenti nell’organismo.

Per ottenere i risultati sperati, i ricercatori hanno allevato sette coccinelle nutrendole con una buona e una cattiva dieta misurando poi gli effetti delle singole diete sui vari esemplari, analizzando in un secondo momento, se vi fossero relazioni tra la colorazione del corpo e i livelli di tossicità.

I dati hanno dimostrato che le coccinelle sottoposte ad una dieta di alta qualità sviluppano una pigmentazione particolarmente intensa, con conseguente colorazione accesa delle ali, a differenza delle altre peggio nutrite. La pigmentazione inoltre, aumenta il grado di precoccinelline, un tipico fattore chimico di difesa che rende le coccinelle tossiche per gli insetti che le ingeriscono.

 Lo studio suggerisce dunque che le coccinelle meglio nutrite possono permettersi di investire di più nella produzione di questi segnali di avvertimento (grazie ad una maggiore produzione di sostanze chimiche tossiche) diminuendo sensibilmente le probabilità di essere divorate da un predatore.

L’autore principale dello studio, il dottor Jon Blount dell’Università degli Studi del Centro di Exeter per l’ecologia e la conservazione, ha detto: “I segnali d’allarme ci dicono molto di più sulla forza difensiva di ogni singolo insetto e sul patrimonio chimico che possiede, insetti male alimentati producono difese chimiche relativamente deboli. La differenza di colore è particolarmente visibile ai predatori che scelgono così di divorare altri individui”.

Difatti anche se la variazione di colore esistente tra i vari esemplari di coccinelle appare abbastanza sottile per gli esseri umani, è in realtà facilmente identificabile dagli uccelli. Quindi, una bassa pigmentazione scaturita da una cattiva alimentazione espone a maggiore rischi rispetto ad una pigmentazione brillante indice di un maggior grado di tossicità presente nell’organismo.