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Gli animali insettivori

Riccio
Riccio

Le nostre campagne ospitano una nutrita schiera di piccoli mammiferi che vivono cibandosi di piccole prede a sei zampe.

Talpa, riccio e toporagno vivono nelle campagne di tutta Europa dove questi piccoli mammiferi dalle abitudini notturne
hanno i loro territori di caccia. Per lo più, le loro prede sono animaletti di modeste dimensioni, più spesso insetti, cosicché si usa chiamarli con il nome collettivo di insettivori.
Come predatori, i più agguerriti sono di certo i toporagni. La loro ferocia ha dell’incredibile, se messa in rapporto con la loro minuscola mole. Ai toporagni, infatti, appartiene il più piccolo fra tutti i mammiferi, il mustiolo etrusco, che pesa a stento 2 grammi.

I toporagni hanno un bel musetto allungato e baffuto, ma i loro piccoli occhietti lasciano intravedere un’indole tutt’altro che pacifica: in effetti, le loro mascelle, ben fornite di denti dai bordi taglienti, sono sempre pronte a richiudersi su di un bruco,
un coleottero, un lombrico o altre piccole prede che capitino
a tiro.

Ghiotta di lombrichi è anche la talpa, ma innumerevoli sono, purtroppo, le radici ch’essa spezza nella sua opera di scavo. Molto raramente, infatti, la talpa esce allo scoperto; anche di notte, preferisce starsene nella vasta rete di gallerie che ha scavato
sottoterra, servendosi delle zampe anteriori, molto
forti e conformate a paletta.

Fra tutti gli insettivori, uno dei più robusti è senza dubbio il riccio: inconfondibile per il folto mantello di aculei protettivi che gli copre la schiena, esso è uno dei mammiferi che più facilmente si incontrano nelle campagne. Accetta abbastanza facilmente la
vita in cattività, dimostrandosi disposto a mangiare
un po’ di tutto. In natura, però, si comporta essenzialmente da predatore. Corazzato com’è, accetta anche di battersi con la
vipera. Poco importa se questa è mobile e scattante, mentre lui è tozzo e impacciato nei movimenti.
Non ne teme, infatti, il morso velenoso, che ha su di
lui un effetto abbastanza leggero; sa aspettare, in compenso, il momento propizio per azzannare l’avversario, con un morso tenace. Riaprirà la bocca solo quando il serpente avrà finito di muoversi.