La Physalia physalis o Caravella portoghese è un celenterato marino (animali a simmetria raggiata, diblasteri e acquatici), facente parte della famiglia dei Physalidae. Per il suo aspetto, molto spesso viene scambiata per una medusa, ma in realtà è un sifonoforo, cioè un’aggregazione di quattro organismi pluricellulari chiamati zooidi (cioè singoli individui di una colonia di briozoi o idrozoi o ascidie), tutti quanti collegati fisiologicamente tra di loro. Questa interazione ne permette la sopravvivenza, in quanto l’intero essere non può vivere senza uno o più degli altri organismi. La Physalia physalis possiede dei tentacoli molto pericolosi, con i quali effettua delle punture molto dolorose per chiunque ne venga a contatto. Il dolore che provoca è talmente elevato che si può addirittura andare in stato di shock e se punti in acqua si può anche morire per annegamento, se non soccorsi in tempo.
La Caravella portoghese è stata soprannominata a livello popolare come la “medusa killer”, proprio per i suoi effetti collaterali. Il nome Caravella portoghese gli è stato dato proprio perché il suo aspetto ricorda quello di una caravella a vele spiegate, infatti, i tentacoli rimangono sotto la superficie dell’acqua e quindi non sono visibili da fuori. Questo esemplare presenta quattro tipi di polipi, il primo, chiamato pneumatoforo o vela è formato da una sacca galleggiante piena di gas lunga circa 9-30 cm e alta 15 cm di colore trasparente con sfumature viola, blu, rossa e malva, che permette a questo animale di galleggiare nell’acqua; il secondo è formato dai tentacoli lunghi circa 50 cm estremamente urticanti; il terzo è composto dai dattilozoidi e dai gastrozoidi i quali si occupano di ricercare e catturare le prede (il primo) e di ingerirle e digerirle (il secondo) e infine i gonozoidi che si occupano della riproduzione.
La Caravella portoghese è un esemplare carnivoro, quindi la sua dieta è composta principalmente da piccoli pesci e organismi marini e da plancton. Per catturare le sue prede utilizza i tentacoli, i quali hanno un effetto paralizzante istantaneo, successivamente li trascinerà verso la bocca per poi ingerirli da vivi. Questo esemplare vive quasi ed esclusivamente negli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano. Recentemente a causa dei forti venti è stata spostata anche nelle zone di mare. A causa della sua pericolosità per via del veleno delle sue punture, appena viene avvistata, la procedura prevede l’immediata chiusura della spiaggia. In caso di puntura, bisogna immediatamente staccarsi dall’animale, cospargere la zona colpita con acqua salata, applicare acqua calda (circa a 45°) per 20 minuti e dirigersi immediatamente dal medico più vicino.