L’aragosta mediterranea, conosciuta molto spesso soltanto come aragosta, è un crostaceo diffuso anche in territorio europeo ma non sparpagliato per tutto il mondo. Difatti il suo ambiente tipico è quello del Mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico, prevalentemente quello orientale; sebbene le aragoste si trovino in cattività per quasi tutto il mondo, in libertà si possono trovare soltanto in alcuni territori, al contrario di quanto spesso si crede la sua diffusione, quindi, non è così elevata.
Il peso può arrivare fino ad un massimo 10 Kg, e l’aspetto è, a colpo d’occhio, somigliante a quello di una tartaruga: come quest’ultima possiede il carapace, pur potendosi soltanto arrotolare su se stessa e non ritirare nel guscio; il cefalotorace, ovverosia la parte anteriore, e l’addome, che consiste nella parte posteriore dell’aragosta.
L’aragosta non possiede zampe chelate, ed è per questa ragione da non confondere assolutamente con la “cugina” astice, comunque diversissima, anche nelle chele e nella tipologia degli arti. L’aragosta ha la parte della coda estremamente somigliante a quella dell’astice ma, bisogna sottolinearlo ancora, non ha assolutamente le chele.
Si nutre di alghe, spugne, anellidi e briozoi, ma ogni tanto nell’alimentazione aggiunge altri piccoli crostacei e carcasse anche di pesci.
La riproduzione avviene a fine estate ed in inverno vengono al mondo le larve, che generalmente finiscono già sui fondali dove trascorreranno tutta la vita, questo nel caso delle aragoste in libertà e non in cattività, dove la situazione è molto diversa.
L’aragosta ha due lunghe antenne che vanno verso l’indietro addirittura più lunghe del suo corpo, le cui misure sono state indicate sopra. Vive insieme ad altri esemplari, non è quasi mai un animale solitario ma allo stesso tempo non fa né migrazioni né spostamenti, anzi: si allontana, ma solo un po’, solamente per la caccia e poi ritorna nella sua tana.