Il Kiwa Hirsuta, comunemente conosciuto come Granchio yeti per via della peluria particolarmente chiara che ricorda molto quella delle descrizioni dell’essere soprannaturale, è un crostaceo con le sembianze di un comune granchio classificato come animale molto raro.
Difatti sul suo conto sono più frequenti i disegni che le fotografie: è stato aggiunto all’elenco degli animali riconosciuti solo per via di alcuni ritrovamenti, mentre fino a quel momento veniva considerato quasi una creatura leggendaria. È un crostaceo scoperto da davvero poco tempo.
Correva l’anno 2005 quando, nei pressi dell’Isola di Pasqua, venne rinvenuto da un gruppo di esperti capitanato da Robert Vrijenhoek e da Michel Segonzac a bordo del sottomarino DSV Alvin. Il Kiwa Hirsuta venne poi descritto scientificamente e ne vennero osservate le abitudini da Enrique Macpherson, William Jones e Michel Segonzac.
La sua storia è anche avvolta nella leggenda, e lo possiamo notare soprattutto dalla scelta del nome: basta approfondire la sua provenienza per rendersi conto che “Kiwa” non ha un significato preciso, ma è il nome di una dea della mitologia polinesiana. Il fatto che sia stato chiamato in questo modo appassiona sicuramente tutti gli amanti degli animali: alla dea è dovuto anche il nome della famiglia, Kiwaidae. La dea Kiwa, per i polinesiani, è la madre di tutte le conchiglie.
L’altra parte del nome, “hirsuta”, è dovuto invece alla peluria simile alle setole dello spazzolino da denti che gli hanno fatto acquisire in Occidente il nome di granchio yeti.
Si conoscono ancora ben poco le sue abitudini, la sua alimentazione, lo svolgimento dell’accoppiamento, anche perché fino a poco fa veniva considerata una creatura aliena, e non veniva studiato come animale ma soltanto ripreso e fotografato per testimoniarne la stranezza quasi extraterrestre.
E’ un animale particolarmente sfuggente, non ama “venire a galla”, né farsi vedere. I suoi occhi sono atrofizzati, non si muovono, e la sua peluria ospita colonie intere di batteri.