Grazie al lavoro di un team di scienziati dello Scripps Research Institute, numerosi animali in via di estinzione potranno finalmente essere salvati. Oliver Ryder, direttore della cattedra di genetica e Jeanne Loring, docente di neurobiologia dello sviluppo, dopo anni di studi e ricerche hanno ottenuto le prime cellule staminali da specie protette. La scoperta di queste nuove cellule potrà migliorare sia l’attività riproduttiva che la diversità genetica di alcune specie, salvando alcune di queste dal pericolo di estinzione. Un’anticipazione della ricerca è stata pubblicata lo scorso 4 settembre sulla rivista online Nature Methods.
Il lavoro di ricerca iniziò circa cinque anni fa dall’idea del prof. Ryder di sfruttare una “banca di cellule della pelle” ed altri materiali biologici accumulati in anni di studi. Nella fase iniziale del lavoro, Ryder introdusse nel piano di lavoro due specie animali, un primate e un rinoceronte bianco del nord, il primo fu scelto per il suo stretto legame genetico con l’uomo a differenza del secondo introdotto nella ricerca perché a rischio di estinzione.
Dopo una lunga serie di tentativi ed errori, i ricercatori scoprirono i geni che inducono la “pluripotenza” negli esseri umani lavoravano nello stesso modo anche in alcune specie animali. Grazie a questo lavoro, quindi, si potrà dare il via ad un nuovo “zoo di cellule staminali “. Secondo i ricercatori si tratta di un primo passo che potrebbe portare presto ad altri grandi successi.
Negli anni futuri infatti si potranno utilizzare le cellule staminali come base per curare malattie come il diabete od altri disturbi, ma la cosa più importante come ha dichiarato Jeanne Loring è che oramai le cellule staminali rappresentano una vera e propria risorsa sia per gli esseri umani che per gli animali.