Il Quoll bronzeo è un marsupiale carnivoro facente parte della famiglia dei Dasyuridae originario della Nuova Guinea. Questo esemplare è lungo circa 50 cm, il manto è di colore bronzo- marroncino chiaro (come indica anche il nome) con piccole macchie bianche che gli coprono il corpo, la coda e le zampe sono nere. Come accennato prima, questo esemplare è l’unico della sua specie a risiedere in Nuova Guinea ma non nel nord dell’Australia, come per altro succede per tutti gli altri esemplari. Il suo habitat naturale è composto generalmente da foreste e savane.
È attivo principalmente di notte, momento in cui va a caccia per nutrirsi. Non si hanno molte informazioni a disposizione di questo animale, in quanto è molto difficile avvistarlo e osservarlo. Con il fatto poi che vive in una zona parecchio limitata, è ancora più difficile. È stato riscontrato che è molto ghiotto di galline, le va ad ucciderle direttamente all’interno dei pollai, inimicandosi così i fattori e i contadini. Si è ipotizzato che il periodo dell’accoppiamento sia fisso e stabile e che il Quoll bronzeo possa vivere per circa 3 anni. E’ stato avvistato per la prima volta nel 1970 ma non è mai stato descritto in quanto si è sempre pensato facesse parte della specie del Quoll occidentale, soltanto dal 1987 il dottor Stephen Van Dyck, del museo del Queensland ne ha scoperto la distinzione.
Da questa data quindi, il Quoll bronzeo ottenne l’inserimento in una specie a se stante. I suoi nemici principali sono i predatori più grossi di lui che lo uccidono per cibarsene e l’uomo, il quale lo uccide pesantemente per ornamento e per la pelliccia. Nuovi studi e nuove osservazioni verranno svolte su questo marsupiale, sperando quindi di riuscire a fornire maggiori informazioni sulle sue abitudini alimentari, comportamentali, sociali e riproduttivi. Il numero degli esemplari presenti tuttora, rimane ancora un numero indefinito, quello che si sa è che dai primi avvistamenti, oggi la popolazione del Quoll bronzeo risulta diminuita, motivo per cui è stato inserito come specie potenzialmente a rischio estinzione, si aspettano quindi nuovi dati più certi per poterlo inserire nelle specie protette.