Esistono due specie di iena: quella striata e quella macchiata. Hanno caratteristiche simili. La iena striata fa parte degli ospiti più comuni degli zoo. Il suo mantello appare ruvido, ispido, abbastanza lungo e di colore grigio giallastro. Presenta numerose striature trasversali nere. I peli radi che formano la criniera risultano nerastri, come quelli che ricoprono gola e guance.
La coda può presentarsi sia rigata sia di colore uniforme. La testa è grossa, gli orecchi diritti, appuntiti e senza peli. I giovanissimi somigliano agli adulti. La lunghezza dell’animale si aggira intorno al metro. La iena striata presenta un’aria di diffusione piuttosto vasta, infatti comprende una parte dell’Africa e tutta la regione meridionale dell’Asia, anche se quasi ovunque è in diminuzione. Come i suoi congeneri, la iena striata preferisce le pianure alle foreste. In montagna, non si spinge al di sopra dei 1500 metri. Abita esclusivamente i luoghi dove può trovare in abbondanza ossa e carogne di animali. Non esita comunque ad introdursi nei villaggi.
Meno possente e molto più prudente della iena macchiata, attacca solo eccezionalmente l’uomo. Benchè più forte del cane, preferisce darsi alla fuga quando questo la provoca. A volte aggredisce pecore e capre, ma resta sempre più portata verso le carcasse, che divide con avvoltoi e sciacalli. E’ l’unica iena che non vive in branchi ma conduce un’esistenza solitaria. Se catturata in età giovane può essere facilmente addomesticata. Si rivela intelligente e molto affezionata al padrone.
In cattività accettano qualsiasi tipo di carne, tranne quella dell’avvoltoio, che rifutano anche se affamate. Le iene striate non combattono tra loro. La iena striata, invece, si presenta più grande e vigorosa , possiede un pelame giallastro disseminato, lungo tutto il corpo, di macchie brune. La sua scatola cranica appare più larga e gli orecchi più piccoli. Non presenta la criniera, e la sua coda, cerchiata di bruno, ha la punta nera. Secondo gli esemplari, il mantello può apparire più o meno scuro. La lungezza può raggiungere 1, 50 m, di cui 30-35 cm sono di coda, l’altezza varia tra gli 80 e i 90 cm. La iena macchiata abita gran parte dell’Africa, a sud del Sahara.
Abitudini ed ecologia della iena:
Le sue abitudini somigliano molto a quelle delle specie affini, ma la sua forza eccezionale la rende particolarmente temibile. Numerosi viaggiatori affermano che questo animale attacchi l’uomo anche se non provocato. E’ la fame a renderla estremamente temeraria, tanto che non esita ad introdursi nelle case per rapire i bambini. Di notte aggredisce, in branchi, i viaggiatori isolati, ma il fuoco la tiene lontana. Sfugge facilmente alle trappole degli indigeni essendo un carnivoro abbastanza furbo. Durante le loro scorribande notturne, le iene percorrono grandi distanze, utilizzando le stesse piste. I loro sinistri ululati si possono udire molto prima del tramonto, ma gli animali si avvicinano ai villaggi solo nel cuore della notte. La iena macchiata, meno docile e più feroce di quella striata, non è mai perfettamente addomesticabile. In cattività, resta immobile per ore e ore, poi tutt’a un tratto, si mette a saltare, a guardarsi intorno con aria smarrita, e si lancia contro le sbarre della gabbia.
Può vivere all’incirca fino a venticinque anni.
Riproduzione:
I sessi appaiono difficili da distinguere, soprattutto fra i soggetti giovani. La femmina possiede il clitoride sviluppatissimo, a forma di pene. Essendo dotata di un ciclo estrogeno regolare di quattordici giorni, non presenta particolari stagioni atte alla riproduzione. Partorisce uno massimo due piccoli a volta. Questi nascono sulla terra nuda, in una grotta naturale, o in una tana scavata dalla madre. Finchè la prole è debole e giovane, la madre li difende anche a costo della vita. Quando diventano grandi, la femmina se ne disinteressa e, in caso di pericolo, li abbandona alla loro sorte. Il mantello dei giovani, sottile e corto, ricorda i capelli dell’uomo. Di colore bruno scuro, si schiarisce sul muso ed è privo di macchie.
Le iene macchiate si uniscono in branchi per andare a caccia. In caso di contestazione, i più forti si scagliano contro i più deboli dilaniandoli e giungendo anche a divorarli.